Autore: Dott. Dario Baldi
Il problema dell’eccessivo ricorso, spesso ingiustificato, alle indagini radiologiche non è certamente nuovo, anche se sempre attuale. Secondo stime accreditate, sarebbero, infatti, oltre 4 milioni gli esami eseguiti sui bambini. Per quest’ ultimi tale problematicità assume la massima rilevanza, noto che i tessuti di un organismo in crescita sono più radiosensibili, quindi molto più a rischio. In tal senso, particolare attenzione andrebbe rivolta ai neonati e ai nati pre-termine, ai quali questo lavoro fa riferimento.
Il neonato prematuro riceve le prime cure nei reparti di Terapia Intensiva Neonatale (TIN) dove viene sistemato in specifiche culle e sottoposto a un monitoraggio continuo con frequenti e numerose indagini radiologiche ed ecografiche. Si tratta in prevalenza di esami che riguardano i distretti toracico e addominale, a volte anche simultaneamente, in proiezioni antero-posteriore o latero-laterale.
Tali premesse pongono le basi per presentare un’ulteriore applicazione della stampa 3D in ambito medicale, e cioè, la prototipazione rapida di Fantocci Antropomorfi di nati pretermine. Considerando l’altissimo numero di esami radiologici risulta evidente l’esigenza di poter eseguire studi dosimetrici adeguati per una corretta valutazione della dose efficacie sui piccoli pazienti.
Ad oggi in commercio vi sono fantocci antropomorfi che riproducono le fattezze di un bimbo di circa 1 anno di 3 chilogrammi e 50cm circa di altezza; nulla nel mercato internazionale che riguardi i pazienti perinatali.
Il procollo di realizzazione del modello parte da un esame TC, di un paziente perinatale.
Segue la segmentazione, che trova ovviamente differenze rispetto al caso di un adulto. Infatti, la forte componente cartilaginea nei neonati restituisce circa 400 HU rispetto alle 700 e più di un adulto. Più precisamente, il primo step è la realizzazione del fantoccio della testa. Per ricreare la parte ossea del cranio, con le suture non ancora saldate, si rende necessario la realizzazione di alcune “paratie”. Questo per far in modo che all’interno si possa riversare un liquido che abbia all’incirca lo stesso coefficiente di assorbimento dell’encefalo del paziente perinatale, ovvero circa 23 HU. Il liquido impiegato è il gel ecografico, abbastanza viscoso da poter posizionare al proprio interno i vari dosimetri. Gel non in condizioni standard, poiché il valore di HU è ancora molto basso è stata aggiunta una componente in precisa quantità, in modo da ottenere il valore desiderato. Internamente, il fisico sanitario, potrà infine posizionare i piccoli dosimetri, ad esempio TLD, e fare le adeguate misurazioni e valutazioni dosimetriche sulla dose efficacie su un paziente tipo, su cui è stato realizzato il fantoccio.