Anche nota come proiezione mirata o di dettaglio, la Spot viene impiegata in qualità di proiezione mammografica supplementare allo scopo di focalizzare lo studio su di una determinata area del parenchima mammario. Essa viene sfruttata più precisamente per distinguere tra la presenza di una vera lesione e una sovrapposizione di tessuti, nonché per mostrare meglio i bordi di un’anomalia o di un’area discutibile o di un piccolo cluster di microcalcificazioni in un’area densa.
La peculiarità di questa tecnica risiede nell’utilizzo di un Compressore dedicato, detto appunto “Compressore da Spot”, la cui funzione consiste nell’applicare una compressione mirata in corrispondenza della sola area d’interesse, riducendone di conseguenza lo spessore e risolvendone la sovrapposizione delle strutture anatomiche. Si noti che, in aggiunta alla riduzione dello spessore mammario da esaminare, l’uso di una collimazione maggiore conduce ad un’ulteriore riduzione della quantità di radiazione diffusa prodotta, pertanto si consegue un incremento aggiuntivo della risoluzione di contrasto. Inoltre, la compressione mirata permette di avvicinare il tessuto mammario sano e l’eventuale lesione al piano di detezione, favorendo così un migliore apprezzamento dei dettagli dovuto all’aumento della risoluzione spaziale.
Da un punto vista pratico, gli accorgimenti descritti vengono praticati nel contesto di una proiezione mammografica standard.
Criteri di Correttezza
Correttezza dei dati anagrafici;
Rappresentazione contrastografica adeguata ed uniforme dovuta ad una corretta compressione;
Rappresentazione totalmente inclusiva dell’area ritenuta meritevole di studio mirato;
Collimazione stretta per rappresentare nell’immagine la sola area d’interesse;
Incremento della risoluzione spaziale e di contrasto dovuti agli accorgimenti sopra descritti;
Assenza di artefatti;
Assenza di pieghe cutanee.