Proiezione SIO (Superolateral to Inferomedial Oblique)

La proiezione SIO, acronimo inglese dell’espressione “Superolateral to Inferomedial Oblique”, viene eseguita per meglio analizzare i quadranti infero-laterale e supero-mediale dal momento che non sono pienamente apprezzabili nelle proiezioni MLO, LMO, ML e LM a causa della sovrapposizione dei tessuti.

Spesso confusa con la proiezione ISO, anche nota come proiezione vera obliqua inversa, la SIO diviene molto utile qualora la paziente sia affetta da una marcata Cifosi o da Pectus excavatum.

Posizionamento ed esecuzione

La paziente viene disposta innanzi al Mammografo preferibilmente in posizione eretta oppure seduta su di una sedia dall’altezza regolabile;

Inclinare il Mammografo in maniera tale che il Raggio Centrale (RC) del fascio radiante risulti incidente in corrispondenza del quadrante supero-laterale ed emergente da quello infero-mediale. Spesso il grado di inclinazione è di 45°, tuttavia è opportuno talvolta adattare la proiezione alla morfologia della paziente, infatti, nelle pazienti portatrici di protesi mammaria ove risulta impraticabile la manovra di Eklund è consigliabile ricorrere ad un’inclinazione di 60°;

Regolare l’altezza dell’apparecchiatura mammografica di modo che il bordo libero del Detettore si trovi allo stesso livello dello Sterno, il quale vi dovrà essere appoggiato;

Invitare la paziente a piegarsi leggermente in avanti mantenendo stabile la propria posizione;

Invitare la paziente ad afferrare con la Mano del lato non in esame la Maniglia laterale del Mammografo e quindi ad adagiare l’intero arto sul bordo superiore del Rilevatore con flessione del Gomito. L’arto superiore del lato in studio rimane addotto lungo il fianco;

Posizionare manualmente la Mammella al centro del piano d’appoggio sollevandola e tirandola delicatamente affinché venga collocata al centro del piano d’appoggio con adesione dei quadranti mediali sul Piano Sensibile (PS);

Dopo aver avvertito la paziente, iniziare lentamente la compressione mantenendo la Mammella e facendo scorrere la Mano fino al Capezzolo simultaneamente all’azione del Compressore. Interrompere la compressione quando si avverte che l’organo è sufficientemente teso, compatibilmente con la capacità di sopportazione del dolore da parte della paziente. Assicurarsi che una quantità sufficiente di tessuto mammario ricopra l’AEC del Detettore;

Acquisire l’immagine mammografica;

Rilasciare immediatamente la compressione applicata alla Mammella radiografata.

Criteri di Correttezza

Correttezza dei dati anagrafici;

Rappresentazione contrastografica adeguata ed uniforme dovuta ad una corretta compressione;

Rappresentazione priva di sovrapposizioni dei quadranti infero-laterale e supero-mediale;

Rappresentazione del Capezzolo di profilo e in asse con la linea cutanea, se possibile;

Rappresentazione completa del corpo ghiandolare perfettamente al centro del Mammogramma;

Assenza di artefatti;

Assenza di pieghe cutanee.